domenica 17 maggio 2009

Cavendish si impone nella tappa della protesta


MILANO - 17 maggio - Il britannico Mark Cavendish si prende la rivincita su Alessandro Petacchi nella tappa di Milano, nel giorno in cui verrà ricordato per la protesta dei “girini” che si sono fermati sulla linea del traguardo a quattro giri dal termine per protestare sulla pericolosità del percorso. Probabilmente non solo per il circuito di Milano, ma per tutta la manifestazione. Nella giornata di ieri lo spagnolo Horrillo era piombato giù in discesa facendo un volo di circa ottanta metri, trovato miracolosamente vivo, ora è ricoverato in ospedale, è ancora grave ma migliora. Polemico il patron Angelo Zomegnan che a fine corsa ai microfoni Rai ha affermato: “Quando si diventa vecchi c’è qualcuno nel gruppo a cui si accorciano le gambe e s'allunga la lingua". E’ pur vero che lungo tutto il percorso si sono trovate auto parcheggiate, ma quasi sicuramente la protesta dei corridori non si riferiva solamente alla giornata di oggi. Tuttavia gli organizzatori hanno neutralizzato la tappa, perciò questa frazione non vale per la classifica generale.
Ma andiamo alla cronaca della tappa. Primo giro (media 33,370)qualche caduta, tanti sono costretti a mettere il piede per terra, in testa al gruppo c’è la Lpr della maglia rosa Di Luca. Lance Armstrong risale posizioni, parla con i leader degli altri team, il dibattito è a più voci. Al quarto passaggio (media 34,490, da cicloturismo) il plotone si ferma sulla linea del traguardo: Di Luca chiede allo speaker il microfono e spiega a nome di 190 atleti i motivi per cui la corsa non sarà tale, o meglio, si limiterà a una passerella. La "mancanza di sicurezza" invocata dal gruppo si scioglie però dal sesto al decimo giro. Lo dimostrano le medie di percorrenza che si impennano: 40, poi 43, per chiudere con gli ultimi due a tutta (48 e 52,800 all’ora). Armstrong non commenta, si affida al solito Twitter: "C’erano i binari del tram lungo diversi tratti, macchine parcheggiate a bordo strada... Sfortunatamente non è stata una bella giornata". E su questo non ci piove. Gli altri dicono la loro e il coro non è unito. Pozzato: "Bisognava parlarne prima, così è venuto fuori un pasticcio". Basso: "Dopo il primo giro sono caduti subito venti corridori. È prevalsa la paura del gruppo di farsi male, più che la volontà di fare polemiche". Pellizotti: "Quando si prende una decisione è giusto portarla avanti". Di Luca, che ricostruisce tutte le fasi: "Ottenuta la neutralizzazione dei distacchi, i velocisti hanno protestato chiedendo di essere tutelati. L’idea quindi è stata quella di arrivare tutti insieme, senza sprint, lasciando alla Rabobank intera il successo di tappa da dedicare a Horrillo, che ieri ci stava lasciando la pelle. Poi, come sempre accade nel ciclismo, qualcuno ha fatto di testa sua confermando che in questo sport non ci sarà mai unità. La Lampre? Sì, c’erano anche loro a tirare negli ultimi giri, ma non erano soli". Cavendish è il più diretto: "Ognuno la pensa in modo diverso, al Giro ci sono solo 4-5 tappe da sprint. Chi non vuole fare la corsa non la fa". Il commento amaro del direttore generale del Giro, Angelo Zomegnan: "Da due giorni rimbalzavano sms contrari a questo circuito, che invece ha superato tutte le verifiche. Ieri a Bergamo sono state annullate tutte le celebrazioni perché a 300 metri c'era un ragazzo (Horrillo, ndr) che rischiava la vita. Il gesto dei corridori non è stato rispettoso verso il Giro e la gente di Milano".

Classifica Blogger

3nca: 3
Fasto: 2
garrincha84: 1

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