lunedì 18 maggio 2009

Augè: “In bici siamo i migliori”

In bicicletta per cambiare la vita”, a dirlo non è un ecologista , ma uno dei più grandi sociologi del mondo, il francese Marc Augè. Intervistato da Antonella Fiori di Metro ha evidenziato la sua teoria di riportare la bicicletta come mezzo di socializzazione, anche in concomitanza dell’uscita del suo libro: “Il bello della bicicletta” Il libro edito da Bollati-Boringhieri 69 pagine, al costo di 8 euro. Il sociologo si propone di recuperare un nuovo umanesimo e la giovinezza del mondo, tesse un elogio della bici come il simbolo del futuro ecologico per la città di domani, in grado di riconciliare la società con se stessa.

A partire da Bartali e Coppi lei parla della bicicletta come “epica, utopica”, cosa ci fa riscoprire di noi stessi?
“Io credo che sia un m odo per ritrovarsi con il proprio corpo riappropriandosi dello spazio e del tempo. In bici, pedalando, guardo il mondo da un altro punto di vista, senza la fretta disumanizzante dell’automobile

E’ anche un mezzo per riscoprire gli altri?

“Si, perché ci fa uscire dall’individualismo e ci proietta in modo sano nel sociale. Il Velib, il programma pubblico di noleggio biciclette di Parigi, sta cominciando a dare i suoi frutti. Intorno ai parcheggi dove ci si informa come abbonarsi, i più esperti danno consigli ai principianti. I convertiti al ciclismo parlano dell’itinerario, del paesaggio, del tempo o vanno i ngruppo in silenzio, ma non usano mai il telefonino. Al contrario di quello che vediamo oggi, persone sedute ad una stessa tavola che conversano con interlocutori invisibili, con i loro cellulari".

Spesso dagli automobilisti, i ciclisti sono visti come nemici. Campagne sull’uso della bici come quella che sta portando avanti Metro servono?
“Sono importantissime. I conflitti spariranno e gli incidenti diminuiranno quando la bicicletta diventerà qualcosa che apparterà a tutti, utilizzata da persone di tutte le età. Quando si andrà a lavoro in bici e non sarà solo un hobby del fine settimana".

Nel suo libro invece di “effetto farfalla” (il meteorologo Lorenz si domandava “può il battito d’ali di una farfalla in Brasile può provocare un uragano in Texas?”), lei parla di “effetto pedalata”. La rivoluzione ecologica comincia anche da una sola persona o da un gruppo singolo?
“Credo di sì e se il ciclismo si propagherà come sport amatoriale non competitivo, nel giro di qualche decennio, il mondo potrebbe davvero cambiare”

Nessun commento: