mercoledì 29 aprile 2009

Rebellin resulted positive to the test for Cera during the Beijing Olympic Games


Cycling again in chaos. Once again to resound from the inside of two wheels environment is not the victory of a great champion, but an athlete’s positivity. Davide Rebellin has proved to be positive to the notorious Cera, the epo of third generation. Checks made during the last Olympic games of Pechino, has noticed as positive the Italian athlete (who moreover had already gained the silver medal in the trial run), and also five more athletes from athletics, rowing and swimming. A news which arrives as a bolt from the blue after not even a week that him had awarded for the third time the prize Freccia Vallone for his own career and was at the second place of the last edition of international ranking of the International Cycle Union (Uci). The samples had been made during the recent Olympic Chinese games. After months the Olympic International Committee made some new tests on 948 of the four thousand analyzed champions from the 8th to the 24th of the last august. Think that just the same Rebellin said when he was in Beijing just descended from the platform: “This is the victory of the honest cycling!”. On the one hand the venetian champion defend himself and swear he’s never take those substances, now we’re waiting for the verdict which will assign or not any responsibility. If the response will be positive, it should be necessary to proceed with the confiscation of titles, medals, notorious victories, and besides it will be inflicted them a disqualification and so removed the opportunity to take part to the Italian Tour of the Centenary. “Tests- as the International Olympic Committee told, have been improved by a new better technology to search proofs of a forbidden use of Cera and Insulin”. A year 2009 started with the best expectations for the cyclist from Veneto: after he won for the third time the prize Freccia Vallone, he broke the fast of Italian Cycling which still wasn’t succeeded to catch a northern league. The Cera is the fourth generation doping, that increases the number of red corpuscles in the blood, increasing this way the resistance, and permitting a less perception of exertion. The same activator that Riccardo Riccò, the young rising aster of Italian Cycling, exposed to the audience during the last year Tour. “We fall from the clouds. Davide didn’t do nothing” are the few words of his wife Selina. No comment instead from the Italian Ct Franco Ballerini. “Untill nothing coulden’t be cleared up – said Bruseghin, one of the azzurri who ran the 2008 Olympics – I avail of the faculty of not believing it”. Riccò, who instead still bears the wound of positivity inside himself, said: “he will go through a bad patch. Only in family he will find the aid to come out of this situation”.

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Rebellin positivo al Cera alle Olimpiadi di Pechino!


Ciclismo di nuovo nel caos. Ancora una volta a risuonare all’interno dell’ambiente delle due ruote non è la vittoria di un grande campione, ma (ahimè) la positività di un’atleta. Davide Rebellin è risultato positivo al famigerato Cera, l’epo di terza generazione. I controlli, effettuati durante le scorse Olimpiadi di Pechino hanno riscontrato positivo l’azzurro (che peraltro aveva conquistato la medaglia d’argento nella prova in linea) ed altri cinque atleti appartenenti all’atletica, canottaggio e nuoto. Una notizia che arriva come un fulmine a ciel sereno dopo nemmeno una settimana che il 38enne veneto si era aggiudicato per la terza volta la Freccia Vallone della sua carriera ed era al secondo posto dell'ultima edizione del ranking internazionale dell'Unione Ciclistica Internazionale (Uci). I prelievi erano stati effettuati durante i recenti giochi olimpici cinesi. A distanza di mesi il Comitato Olimpico Internazionale ha condotto i nuovi esami su 948 campioni dei circa quattromila analizzati dall’8 al 24 agosto scorso. E pensare che a Pechino lo stesso Rebellin disse appena sceso dal palco: “Questa è la vittoria del ciclismo pulito!”. Dal canto suo il campione veneto si difende e giura di non aver mai fatto uso di tali sostanze, ora si dovrà attendere il responso delle controanalisi che accerterà o meno eventuali responsabilità. Se il responso sarà positivo di nuovo si procederà al ritiro dei titoli, delle medaglie, delle vittorie importanti, inoltre gli verrà inflitta una squalifica e tolta così la possibilità di prendere parte al Giro d'Italia del Centenario. «I controlli- ha fatto sapere il Comitato olimpico internazionale- si sono avvantaggiati di una tecnologia migliorata per cercare prove dell'uso proibito del Cera (equivalente all'assunzione di eritropoietina) e di insulina». Un 2009 che era partito con le migliori aspettative per il ciclista veneto: dopo aver vinto per la terza volta la Freccia Vallone, aveva spezzato il digiuno del ciclismo italiano che quest’anno ancora non era riuscita a mettere le mani su una classica del nord. Il Cera è l'attivatore continuo dei recettori dell'eritropoiesi, ovvero il doping di quarta generazione, fa aumentare i globuli rossi nel sangue, aumentando così la resistenza e sentendo meno la fatica. Lo stesso attivatore che ha esposto al pubblico il giovane Riccardo Riccò, astro nascente del ciclismo italiano, al Tour dell'anno scorso. ”Cadiamo dalle nuvole. Davide non ha fatto nulla” le parole della moglie Selina. No comment invece da parte del Ct azzurro Franco Ballerini. ”Finché tutto non sarà chiarito – ha detto Bruseghin, uno degli azzurri che ha corso l’olimpiade 2008 - mi avvalgo della facoltà di non crederci”. Riccò, che invece ha la ferità della positività ancora fresca ha detto: "Vivrà un momento tremendo. Solo nella famiglia potrà trovare l’aiuto per venirne fuori".

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martedì 28 aprile 2009

Un libro per celebrare il centenario del Giro

Per celebrare al meglio i cento anni all’inizio del Giro d’Italia, gli organizzatori si stanno preparando da tempo per questo evento storico. Molte le iniziative in programma, prima e durante lo svolgimento della Corsa Rosa. In attesa del via il prossimo 9 maggio dal lido di Venezia è in edicola ed in tutte le librerie “Un secolo di passioni” il libro ufficiale che celebra il centenario del Giro realizzato da La Gazzetta dello Sport e da Rizzoli Libri. La pubblicazione nei negozi dallo scorso giovedì 23 aprile sarà in offerta speciale a 14,99 €uro sino al 15 giugno. Sarà possibile acquistare il volume anche lungo tutto il percorso del Giro. Un volume, che non può mancare nella scrivania di ogni appassionato, rappresenta un pezzo della storia del nostro Paese. Composto da 256 pagine a formato grande arricchito da quasi trecento foto, provenienti direttamente dall’archivio della Gazzetta (che conta ad oggi oltre sette milioni di scatti). Si parte dalle prime istantanee quando fu proprio la Gazzetta ad annunciate sulla prima pagina del 24 agosto 1908, la prima edizione del Giro, con partenza da Milano nella notte tra il 12 e il 13 maggio 1909, ed arrivo a Roma otto giorni dopo. Il volume, curato da Pier Bergonzi ed Elio Trifari, non mira ad essere un semplice excursus storiografico ma ripercorre i cento anni della Corsa Rosa attraverso un approccio tematico, per argomenti. Non mancano le irrinunciabili cronache di tutte le edizioni e i numeri della corsa: tappe, vincitori, classifiche finali, caratteristiche di ciascuna edizione, record e le cifre più significative. Tuttavia il volume si sviluppa per macroaree: le origini; le grandi rivalità (Girardengo contro Binda, Bartali contro Coppi, Gimondi all'assalto di Merckx, gli scontri di Moser e Saronni con Hinault, fino ai protagonisti dell'era moderna); gli specialisti: gli scalatori e le montagne, i velocisti e le loro volate, i cronomen, i discesisti e i grandi stilisti, senza dimenticare i più umili e i più importanti, i gregari; il mondo del Giro ovvero tutto ciò che ruota intorno: la gente, le emozioni, i media, i giornalisti e gli scrittori che hanno voluto raccontarlo, il doping. Infine un’appendice statistica con tutti i vincitori di tappa e i primi dieci della classifica generale di ogni edizione. La prefazione è del compianto Candido Cannavò storico direttore della Gazzetta, che lo ha definito un pezzo di storia del Novecento che si affaccia nel XXI secolo. Lo stesso Cannavò suggerì il titolo, una firma che certamente impreziosisce l’opera.

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lunedì 27 aprile 2009

Andy Schleck, coraggio e fantasia. È sua la Doyenne


ANS (Belgio) 26 aprile 2009- Il lussemburghese della Saxo Bank, Andy Schleck si aggiudica la Liegi-Bastogne-Liegi, con un’azione d’altri tempi in solitaria iniziata sulle prime rampe della Roche aux Faucons.

LA CORSA- La 95esima edizione della “Doyenne”, la più antica corsa inserita nel calendario, la prima edizione è del 1892, ha visto al via 199 partecipanti rappresentanti di 25 squadre con 25 italiani in partenza. Tempo che rispetto alle previsioni di pioggia si mantiene nuvoloso. La corsa prevede 11 Cote, tra le più famose la Cote de la Redoute non più decisiva e la Roche aux Faucons. La notizia del giorno è l’assenza di Noé al Giro di Italia, la Liquigas preferisce Stangel e Agnoli, quindi il lombardo appende la bici al chiodo in anticipo, avrebbe preferito chiudere sulle strade del Giro (2 quarti posti in classifica generale). 261 km con la Saxo Bank a fare l’andatura. Fuga a quattro per 130 km con un vantaggio di 14’. Tra i fuggitivi Dupont e Gautier della Bouyges Telecom.
Sulla Redoute, quest’anno posta ai -38 km dall’arrivo e dunque non decisiva, si muovono Serpa della Diquigiovanni, Kolobnev e Kroon della Saxo Bank, Kreuzinger della Liquigas, poi Martinez (Euskaltel) e Gesink (Rabobank) oltre a Van den Broeck (Silente Lotto), ma il tentativo non è convincente. Poi su una salita di rapporto sullo Sprimont prova la fuga Gilbert il belga della Silente Lotto, ma è solo e mancano 27 km all’arrivo e ancoradue asperità.
Ai piedi de la Roche aux Faucons Gilbert si presenta con 33’’ di vantaggio sul gruppetto inseguitori, ma ai piedi della salita lunga 1500metri con una pendenza media del 9,9%, scatto imperioso del 23enne Schleck, che in scioltezza si riporta su Gesink e compagni, li sopravanza e raggiunge Gilbert, poche pedalate in compagnia del belga e via di nuovo a martellare pedalate pesanti per costruire il primo grande successo della propria carriera. Dietro non c’è accordo e Frank Schleck, ripresosi dopo la brutta caduta dell’Amstel, rompe i cambi e fa la guardia agli attaccanti del fratello, accodandosi a tutti i tentativi, comunque scialbi di andarlo a riprendere. Così Andy arriva a guadagnare 1’37’’ sugli inseguitori ai piedi della ‘’ salita degli italiani’’: il San Nicolas. Sull’ultima asperità scollina con 1’07’’, ma dietro ancora non c’è accordo, ci provano Evans e Sanchez ma inutilmente. Andy chiude in solitaria lanciando gesti di esultanza all’indirizzo dell’ammiraglia di Bjarne Riis e aggiustandosi la maglietta prima di alzare le braccia al cielo e godersi il successo. Poi festeggerà col fratello all’arrivo, Frank in lacrime. Dietro azione all’ultimo km di J. Rodriguez che chiude oltre il minuto e Rebellin ancora un podio, battendo in volata un ottimo Gilbert e il russo Ivanov anche lui autore di un’ottima campagna del Nord. Cunego settimo.

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"The government buys you a bicycle"



Kids, young folks and even younger ones, if you want a bicycle, that is the moment. It has started to function the incentives approved by the Ministry of Einvironment in accordance with the Manufacturers Association.
It has been approved a fund of 8.750.000 euro to be paid out during 2009 to whoever decides to buy a new bike. The agreement comprehend from electrical bicycles to "pedalata assistita", without the obligation of scrapping. So it is a novelty the discount for bikes. A boost to alternative ways to avoid traffic? To protect the environment? A help to the sector against the crisis? The decision can be interpreted in many different ways.
The discount is up to 30% of the listing price (hoping it is not changed by the vendors), ending at a maximum of 700 euro. The list of producers that have supported the agreement is available at the website of the Ministry, www.minambiente.it. There is the brand, listing price and discount already calculated. Then, to the buy the bike, its only necessary to go to an authorized vendor and show the "codice fiscale" or Iva, and one person can buy up to three bikes.
So, if you want a bike, go ahead and pedal!

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sabato 25 aprile 2009

Il “Liberazione” a Sacha Modolo.

ROMA 25 aprile 2009- Sacha Modolo della G.S. Zef Desirée Fior, si aggiudica in volata la 64esima edizione del Gran Premio della Liberazione.
Corsa importante e vetrina per i dilettanti under 23, si disputa ininterrottamente dal 1946, su un percorso che si estende tra le Terme di Caracalla e San Paolo, per 6 Km da ripetere, 23 volte per un totale di 188 Km, fatto di continui strappetti, che non lasciano tregua e le gambe pesanti.
Vari tentativi di fuga sin dalla prima tornata, e ad ogni giro il gruppo rintuzzava gli attacchi. Le azioni più importanti arrivano nel finale. Ci prova prima Moschen, poi viene raggiunto da Balloni (cugino dell’ex portiere della nazionale Angelo Peruzzi), che rilancia l’azione fino a guadagnare 10”. Inizia in solitaria l’ultimo giro, ma il gruppo si ricombatta su Viale Giotto. Nessuno ha la forza di tentare un’azione da finisseur e il gruppo arriva compatto sul viale delle Terme di Caracalla. In volata Modolo regola l’australiano Matthews e Lasca.

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È tornato Ivan “il Terribile”, Di Luca chiude in bellezza.


PEJO 25 Aprile 2009- A distanza di 3 anni, il varesino Ivan Basso della Liquigas si aggiudica il 33esimo Giro del Trentino, conquistando la maglia fucsia di leader.
Nella tappa disputata all’interno del Parco dello Stelvio di 214 km da Sillian in Austria a Pejo, la situazione resta tranquilla fin sul Passo della Mendola, dove la Liquigas cerca il forcing per scremare il gruppo. Restano una quarantina di corridori a giocarsi tappa e giro. Ai – 10 km Basso fa lavorare la squadra per fare ulteriore selezione. Ai -5km arrivano i primi frutti, Brajkovic lasciato solo dai compagni, Kloden si è già staccato, inizia a perdere contatto. Basso capisce che il momento buono per andare e accelera. Mentre Brajkovic sale insieme a Caucchioli, davanti il lucano Domenico Pozzovivo, scatta ai -1500m dal traguardo. Basso intuisce che questa può essere l’azione buona e allunga il passo senza strappare più che per raggiungere il lucano per guadagnare il più possibile su Brajkovic. Si accodano a Basso: Caruso, Garzelli, Di Luca, mentre Simoni si stacca. Basso lavora da gregario e tiene Pozzovivo ad una ventina di metri. Poi in vista del traguardo scatta l’abruzzese della Lpr Danilo Di Luca, che salta in scioltezza Pozzovivo e si aggiudica la tappa precedento Caruso e Garzelli. Basso guadagna i secondi per sopravanzare in generale Brajkovic e vince il Giro del Trentino 2009. Di Luca: “una vittoria importante per il morale”, Basso: “ C’ è chi corre queste corse di preparazione con determinazione e chi per completare la preparazione, penso che al Giro tutti saranno in forma”.

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“Il governo ti compra la bicicletta”


Bimbi, giovani e meno giovani se volete la bicicletta questo è il momento per approfittarne. Sono diventati operativi gli incentivi approvati dal Ministero dell’Ambiente in accordo con l’Associazione Costruttori.
È stato istituito un fondo di 8.750.000 euro da erogare durante il 2009 a chi decide di comprarsi una nuova bici. Nell’accordo sono comprese le bici elettriche a pedalata assistita, senza obbligo di rottamazione. Dunque è una novità lo sconto sulle biciclette. Incentivo ad usare mezzi alternativi per evitare il traffico? Sollevare l’ambiente? Aiuto ad un settore in crisi per aumentare le vendite? La decisione è interpretabile da vari punti di vista.
Lo sconto è pari al 30% del prezzo di listino (sperando che non vengano taroccati dai venditori), fino ad un massimo di 700 euro. La lista dei produttori che aderiscono all’accordo è disponibile sul sito del Ministero www.minambiente.it. Nell’elenco marca, modello, prezzo di listino e sconto già calcolato. Poi per l’acquisto basta recarsi da un venditore autorizzato e mostrare codice fiscale o partita Iva e una persona può comprare fino a 3 bici.
Poi, se hai voluto la bicicletta, pedala!

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Il Giro verde

Le due ruote. Da sempre il mezzo ecologico per eccellenza.
E allora, quale occasione migliore del Giro d'Italia per visitare i più bei parchi naturalistici della nostra amata penisola?
Sono infatti tantissime le occasioni per seguire la corsa rosa immersi nel verde.
Dopo il "salto" troverete una mappa con i suggerimenti e le proposte per un weekend di sport e natura.


Visualizza Giro nel verde in una mappa di dimensioni maggiori

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venerdì 24 aprile 2009

TTreeebellliiin!!!



Rebellin scatta ai -150m

HUY (Belgio) 22 aprile 2009- 38 anni, pardon 37 altrimenti l’Eterno s’arrabbia, e non sentirli!! Rebellin (Diquigiovanni) si presenta con la fame di un giovane novellino all’appuntamento con la storia, terzo successo alla Freccia Vallone, la prima nel 2004, bis 2007. Affianca nel palmares gente del calibro di Merckx e Argentin. Sul podio è circondato da due giovani talenti come Andy Schleck (Saxo Bank) e Damiano Cunego (Lampare), per una giornata di rivincita del ciclismo italiano quest’anno ancora a secco di successi importanti.
Rebellin conosce a memoria il percorso e quando arriva il finale del famigerato muro di Huy sa quando è il momento di attaccare. Si accende e ai -150 metri lascia Cadel Evans, che paga lo sforzo per esser partito in anticipo, e supera di slancio Andy Schleck. L’australiano chiude quinto e Cunego anticipa Sanchez.
Fuga del coetaneo di Rebellin, Cristophe Moreau, poi dopo che il francese viene ripreso, diversi tentativi abortiti nel giro di pochi minuti. Poi la tattica sapiente della formazione di Savio che manda Serpa, il colombiano, all’attacco. Fuga ripresa nel tratto pianeggiante ed ecco che un altro compagno di squadra riparte, si tratta di Scarponi. Queste fughe fanno si che Rebellin stia ad attendere, mentre sono le altre squadre a ricucire. Gruppo compatto all’ultimo km poi Auro annuncia, uno spettacolo di prima serata: “Signori…il muro di Huy”, attesa (finisce l’antipasto, sta per iniziare lo spettacolo vero e proprio) e fiato sospeso. Cadel Evans forza troppo parte lungo, lo seguono il giovane Schleck e Rebellin, poi ai -150 il capolavoro.
Rebellin a fine gara ha giusto il tempo di pensare a quello che ha fatto e di comparare la situazione a quelle precedenti ed affermare “è la vittoria più bella”, poi dopo il ringraziamento alla squadra, guarda già al futuro: “far bene alla Liegi” e un sogno “Prima del ritiro, voglio il mondiale”.

Garrincha 84

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Fiammata vincente di Hunter, davanti a Garzelli e Di Luca


INNERVILLGRATEN (Austria)24aprile2009- Nel primo sconfinamento del Giro del Trentino 2009, si impone il sudafricano della Barloword Robert Hunter. Dunque un altro successo straniero, mentre gli italiani affollano il podio secondo Garzelli (Acqua & Sapone), terzo Di Luca (Lpr). La terza tappa prevede due passi dolomitici come il Sella e il Gardena in avvio e un arrivo adatto a scalatori scattisti tipo Di Luca o Garzelli. Di Luca ha voglia di rivincita e fa lavorare la squadra. La notizia del giorno è l’esclusione della Flaminia di Simeoni (campione italiano) e Caruso che tanto bene s’è comportato al Giro del Trentino dal Giro di Italia. La colpa non è della Rcs, ma dell’organizzazione dell’Uci che non da parametri definiti per quel che riguarda la partecipazione ai grandi giri. Il Tas infatti ha deciso che sarà la Fuji del team manager Gianetti (ex Saunier Duval di Riccò e Piepoli) a partecipare al Giro del centenario. Ritornando alla corsa, la temperatura sfiora il grado centigrado, tentativi di fuga con Bosisio (Lpr), Visconti (Isd) e Caruso (Flaminia), oltre al 22enne croato della Amica Chips, Kiserlovski sicura promessa per le corse a tappe nei prossimi anni. Su Passo Sella e il Gardena transita per primo Caruso, ai -9km il gruppo è compatto. La Lpr ricuce la corsa ogni qualvolta c’è un tentativo di fuga, Di Luca vuole vincere. Ai – 6 km lo sloveno Kvasina (Amica Chips) prova ancora, ma il lavoro della Lpr di riagganciarlo è sfruttato al meglio da Hunter l’uomo Barloword, Di Luca si deve accontentare della terza piazza, bravo Garzelli a chiudere al secondo posto. Non varia la classifica generale.

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giovedì 23 aprile 2009

Alpe di Pampeago, dalla neve spunta Niemiec!


ALPE DI PAMPEAGO 23 aprile 2009- Il polacco della Miché, Przemyslaw Niemiec arriva per primo al traguardo che esaltò Marco Pantani.
Partenza col bel tempo, arrivo sotto la neve. Il polacco chiude la tappa in 3h 50’ 44’’ scattando ad 800 metri dall’arrivo lasciando la compagnia di Ivan Basso, che arriverà secondo a 22’’ e il siciliano Caruso che chiuderà il podio a 39’’.Il polacco che vive in Toscana, ritorna alla vita dopo un 2008 segnato da un grave infortunio dovuto ad una caduta. Ha rischiato anche di doversi operare al volto per le ferite riportate. Il ciclista della Miché sfrutta una serie di allunghi imposti da Ivan Basso nella salita finale che fanno la selezione, poi quando sembrava staccarsi spinta e chiude con il successo di tappa, trovando la neve ad accoglierlo all’uscita dell’ultimo tunnel. Se Simoni si difende giungendo col proprio passo a soli 17’’ da Basso, crollo per Di Luca e Garzelli che si arrendono sulle prime rampe. Kloden abdica la maglia fucsia del leader in favore del compagno Brjkovic, dato che il tedesco si stacca dai migliori ai -4 km dalla vetta. Nuova classifica generale con Brajkovic leader e Basso a 4’’.

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mercoledì 22 aprile 2009

CANTAGIRO: "L'ultima salita"

I Nomadi rendono omaggio al "Pirata" Marco Pantani.Anche la storica band di Novellara ha voluto regalare un brano ad uno dei più grandi campioni che questo sport abbia mai conosciuto. La canzone è stata scritta dalla band romagnola a due anni dalla morte di Pantani. Contenuta nell'album "Con me o contro di me", il brano "L'ultima salita" ripercorre la solitudine di un uomo che si perde nel vuoto di se stesso. Un ennesimo regalo che va ad aggiungersi a quello degli altri cantautori che gli avevano dedicato i loro brani nel corso degli anni.



The Nomadi make their tribute to the "Pirate" Marco Pantani. Even the historic band from Novellara wanted to make a song to one of the biggest champions that this sport has ever known. The song was written by the band after two years of the death of Pantani. Within the album "Con me o contro di me", the song "L´ultima salita", or "The last exit" is about the loneliness of a man that gets lost within himself. That is a gift added to those of other singers that have dedicated their songs in the past years.

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Andreas, buona la prima!


ARCO (Trento) 22 aprile 2009- Trionfo Astana nella prima tappa del Giro del Trentino, corsa utile a saggiare la gamba per i protagonisti del Giro del Centenario. La prima tappa a cronometro vede imporsi uno specialista delle corse contro il tempo: il tedesco Andreas Kloden.
Seconda piazza per il suo compagno di squadra Brajkovic, vittoria che sfuma per un secondo, chiude il podio l’ucraino Grivko. Il primo degli italiani è Bosisio seguito da Visconti e Bertagnolli. Ivan Basso, di ritorno dallo stage in altura, si deve accontentare del diciannovesimo posto a 50”. In ritardo Di Luca a circa 1’23”. Curiosità: Di Luca si presenta al via con circa 8” di ritardo, pensava di essere in tempo, ma il cronometro era già partito.

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lunedì 20 aprile 2009

Ivanov: una rivincita lunga 7 anni

Valkenburg (Olanda) - Sergei Ivanov, 34 anni del Team Katusha (Russia) campione nazionale russo si aggiudica l’Amstel Gold Race 2009. Il primo russo a trionfare in 44 edizioni della corsa della “salita delle antenne”, il Keutenberg e il Cauberg, l’ultima asperità.

Ivanov aveva un conto in sospeso con l’Amstel. Nel 2002 quando correva per i colori della Fassa Bortolo arrivò in volata col compagno di squadra Michele Bartoli, mancando la vittoria per mezza ruota. Si vociferò che il successo di Bartoli fosse stato pilotato dall’ammiraglia, per far uscire il campione da un periodo di crisi di risultati. Da quel giorno Ivanov non ha smesso di pensare a questa corsa.
L’anno scorso settimo, quest’anno una gara perfetta con una grinta e con una fame che ha solo chi ha un conto aperto con qualcosa. E Ivanov non aveva mandato giù la sconfitta del 2002.
Allora dai e dai, ricuce un paio di tentativi di fuga nel finale. Poi il capolavoro dell’ultimo chilometro, il Cauberg asfaltato con le pedalate della determinazione. Gesink, il giovane olandese della Rabobank, si stacca ad inizio salita, gudagnerà l’ultima piazza del podio. Lottano in due, Ivanov il russo e un altro olandese Kroon, 33enne della Saxo Bank. Sergei avanti, Kroon va su a spallate, ma la bici del russo è sempre avanti di mezza ruota, poi c’è una bici di mezzo ai 200m. Ivanov resiste, Kroon distrutto cede. Sergei alza le braccia al cielo, ce l’ha fatta, l’Amstel è sua.

LA GARA - Ai – 70 km dall’arrivo, brutto incidente. Coinvolti Frank Schleck (Saxo Bank), tra i favoriti della vigilia e Matthew LLoyd entrambi trasportati all’ospedale di Maastricht. Per Schleck lieve commozione cerebrale per LLoyd tre vertebre fratturate.
L’Amstel conta 32 asperità, sono delle colline, i tratti duri non superano il km, ma la corsa è snervante, per le stradine strette e le continue curve, concentrazione che deve essere massima.
Guadagnano fino a 15 minuti i primi fuggitivi Bozic, Bertogliati, Klimov, Timmer, Tepstra e Arashiro.
Dopo il secondo passaggio sul Cauberg provano sette uomini tra cui il laziale Agnoli, il bergamasco ingegnere e giornalista a tempo perso Pinotti e Freire, oltre al combattivo di giornata Tepstra. Ma il gruppo non gli ha lasciato spazio.
Dopo il Fromberg ai -16 dal traguardo azione interessante del ceco della Liquigas, l’86 Roman Kreuziger. Ivanov capisce che è un’azione interessante e prova a ricucire sul ceco, Nibali segue il russo. A questo punto sembra che la Liquigas abbia giocato al meglio le proprie carte, ma Nibali non tira un metro a Ivanov e invece di agganciare il compagno e giocarsela a tre, fa si che il gruppo si ricompatti sul Keutenberg, 600 metri al 9, 4% di media.
Ai -8 ci prova il Rabobank Gesink a fare la differenza. Assolo sul falsopiano e prova a guadagnare qualcosa, ma Ivanov è inesauribile ha la gamba buona, lo sa e ricuce con l’olandese Kroon il distacco da Gesink. Il terzetto riesce a guadagnare fino a 20” sul gruppo dei migliori. A questo punto la Silence-Lotto, che non ha certo brillato in avvio di stagione prova a riportarsi sugli attaccanti Dekker e compagni lavorano per Gilbert, ai piedi del Cauberg riducono il distacco a 6”, Kroon sembra quasi rialzarsi, ma a questo punto arriva il black out del gruppo. Dekker si defila stremato, e gli altri non si organizzano perdendo attimi preziosi, perché li davanti Ivanov ha un appuntamento che aspetta da sette anni e non vuole arrivare tardi. Il russo rilancia, Kroon gli si aggrappa addosso, Gesink si abbandona alla terza piazza e sul traguardo Ivanov alza le braccia al cielo e regala il successo ai compagni di squadra Mazzanti, Botcharov e gli altri.
Gilbert regola l’arrivo del gruppo precedendo un buon Damiano Cunego sempre tra i migliori, che dà l’appuntamento per la rivincita a mercoledì Freccia Vallone e il muro di Huy.

Garrincha84

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CANTAGIRO: "Bartali"

La voce di Paolo Conte omaggia il grande campione. Le immagini che seguono fanno da colonna sonora all'Italia del secondo dopoguerra e alla sua voglia di ricominciare. La canzone, scritta da Paolo Conte nel 1979 è una canzone dedicata al "Ginettaccio" più famoso d'Italia. Non si parla tanto di sport, ma di esistenza umana, dell’attesa dell’uomo qualunque che aspetta che dietro una curva spunti un sogno in forma di ciclista. "Ho conosciuto personalmente Bartali, era un uomo di grande cordialità e simpatia, e di grande semplicità. Quella semplicità che distingue le persone vere" le parole dell'autore dopo la morte del Campione nel 2000.


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domenica 19 aprile 2009

CANTAGIRO: "E adesso pedala!"

E' il 1996, Marco Pantani è infortunato per un gravissimo incidente procurato durante la Milano-Torino del 1995, non potendo gareggiare per la corsa rosa, gli organizzatori decidono di farlo essere presente ugualmente ma in versione di.....cantante!
Eccolo mentre canta la sigla del 79° Giro d'Italia.


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sabato 18 aprile 2009

CANTAGIRO: "Il bandito e il campione"

Inauguriamo oggi una nuova rubrica. Si tratta del Cantagiro, ovvero la raccolta dei brani più celebri che trattano di ciclismo.
Si parte con "Il Bandito e il campione" di Francesco De Gregori. Dopo il "salto" troverete il video e alcune curiosità sulla canzone scritta dal cantautore romano nel 1993...


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giovedì 16 aprile 2009

La prima volta in Belgio di Petacchi!

Petacchi vince in Belgio, e per la prima volta. Nel paese che del ciclismo fa una religione non l’aveva mai conquistata una vittoria, ma dopo tanto ce l’ha fatta (ovviamente in volata) al 97° Gp d’Escaut.
Certo non sarà una delle classiche monumento di questo sport, ma non è neppure l’ultima delle gare. Negli ultimi anni la competizione si è dovuta dividere tra Mark Cavendish e Tom Boonen due vittorie a testa. In passato anche Mario Cipollini si era aggiudicato due edizioni (nel 1991 e nel 1993). Scorrendo nell’albo d’oro troviamo anche i nomi prestigiosi di Van Looy, Merckx, De Vlaeminck e Maertens. L’ultima firma italiana nell’albo d’oro era stata quella di Endrio Leoni (2000 e 2001). Ma andiamo alla corsa. Il trentacinquenne velocista spezzino della Lpr-Farnese rientrava in gruppo dieci giorni dopo la Settimana Lombarda, dove aveva conquistato due tappe, mostrando di tenere anche in salita. Nella gara la squadra di Bordonali ha sganciato nella fuga a quattro da lontano Lorenzo Bernucci, che è stato l’ultimo ad arrendersi a pochi chilometri da Schoten, provincia di Anversa. Poi lo sprint. Ale-Jet parte subito, sarà proprio questo a salvarlo da una maxi caduta nella pancia del gruppo proprio sul rettilineo finale, che vedrà coinvolti anche Boonen e McEwen. Alle spalle di Petacchi si piazzano Van Hummel e Rollin. Con la vittoria in Belgio sono dodici in totale i Paesi dove il velocista ligure ha trionfato (esclusi i circuiti ad ingaggio): Italia, Malesia, Lussemburg, Francia, Germania, Spagna, Polonia, Olanda, Svizzera, Portogallo, Gran Bretagna, e Belgio. Due vittorie ottenute in Turchia gli sono state tolte per il caso salbutamolo.

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mercoledì 15 aprile 2009

Freccia-Vallone, il percorso della 73esima edizione

Cari lettori vi proponiamo il percorso della 73esima edizione della Freccia Vallone, in programma mercoledì 22 aprile. Una della Classiche del Nord più attesa in questo primo intenso inizio di stagione. Il famigerato muro di Huy, si rileverà un ottimo trampolino per dimostrare quanti sono in forma per le grandi corse a tappe che partiranno a breve.


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martedì 14 aprile 2009

Roubaix: un tris da leggenda per Boonen!

ROUBAIX – Una vittoria da leggenda, quella ottenuta nella domenica di Pasqua da Boonen nella Parigi-Roubaix. Il belga ex campione del mondo entra così nell’albo d’oro della “Regina dell classiche”, dopo le vittorie ottenute nel 2005 e del 2008. Tre vittorie che incoronano la classe di questo giovane campione. In precedenza c’era riuscito solo Merckx (1968, 1970, 1973), Moser (1978, 1979, 1980), Van Looy (1961, 1962, 1965), Rebry (1931, 1934, 1935), Lapize (1909, 1910, 1911) e Musseuw (1996, 2000, 2002). Meglio di loro c’è soltanto Roger de Vlaeminck che ne ha collezionate ben 4.
"Tre volte ha già vinto e altre tre volta potrà vincere", la profezia di Francesco Moser all’interno della pista. Secondo è arrivato Filippo Pozzato, a soli 48", ma la sua è una grande prova. Boonen è stato il più forte, ma nel testa a testa finale, una specie di corsa a inseguimento, il vicentino della Katusha ha dato spettacolo. Manuel Quinziato, altra buona prova qui al Nord, chiude al 9° posto.
L'INCIDENTE - Dopo 42 km dal via Knaven (che la corsa l’ha conquistata nel 2001) promuove la prima fuga. Con lui vanno Furlan, Wynants, Cozza, Klostergaard, Henderson, Offredo, Sulzberger, Posthuma, Chainel e Klier. La Foresta di Arenberg fa la solita selezione e all’inseguimento dei fuggitivi restano circa 25 corridori. A 65 km dal traguardo ci sono 90 secondi di distacco tra fuggitivi e inseguitori. Neanche il tempo di notare il pericolo costituito dalle troppe moto che in una curva a destra quella di un cronometrista va a finire tra gli spettatori. Sedici le persone che sono complessivamente coinvolte in un incidente spettacolare, tra le quali anche un bambino di 4 anni. Tre feriti sono ricoverati in condizioni molto gravi.
BOONEN NON SI FERMA – Tom Boonen è in giornata. Sporco e ferito sul lato sinistro del corpo per una caduta al km 130, comincia una serie di accelerazioni spaventose. Prima di Orchies, 12 settore di pavè, il gruppetto di Knaven viene riassorbito: 18 corridori in testa. A 58 km dal traguardo attacca Haussler: secondo alla Sanremo e al Fiandre, sembra che abbia energie inesauribili. Si raggruppa un piccolo drappello di corridori: Quinziato, Flecha, Weylandt e Klostergaard. Mancano meno di cinquanta chilometri ed a suonare la carica è ancora Boonen. Pozzato e Hushovd non lo mollano, poi rientrano altri cinque e tra questi Quinziato che però cede a Mons en Pevel (settore 19), quando “Tornado Tom” dà ancora gas. Con il belga restano solo il Poz, Flecha, Hushovd, Van Summeren e Hoste. I Columbia sono fuori dai giochi da un pezzo; i Saxo, nonostante un Cancellara in ripresa, saltano tutti.
CADUTE - A 30 km dal traguardo, Boonen fora per la seconda volta e in un baleno cambia bici. Gli bastano meno di tre km per tornare sui primi. Si vede che è il più forte, però in Quick Step qualcosa non funziona tanto che Chavanel, compagno di Boonen, ai meno 20 si lancia all’inseguimento dei 6 con a ruota Haussler. Potrebbe essere una tattica suicida, per fortuna che il francese non ha gambe sufficienti per combinare il danno. A 16 km dal traguardo, in una curva a sinistra, Flecha cade davanti a Pozzato che con un’acrobazia schiva la caduta che però fa fuori Van Summeren e Hoste. Boonen e Hushovd tirano dritto. Ma pochi chilometri dopo, nel Carrefour de l’Arbre (settore 4), un’altra curva a sinistra è fatale al norvegese che in uscita urta alcuni spettatori oltre le transenne finisce a terra.
BOONEN-POZZATO - Restano in due. Inizia il testa a testa. Pozzato sembra in grado di accodarsi a Boonen, ma il sogno svanisce. Arriva nel Roubaix a un giro di pista e quando affianca il belga che ha appena tagliato il traguardo si gira e gli dà la mano.

Notizie: Gazzetta.it

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giovedì 9 aprile 2009

Record dell'Ora: una prova da specialisti

Rapidità, resistenza e velocità sono le tre principali caratteristiche per tutti i ciclisti che si cimentano con il "Record dell'ora", prova stuzzicante per molti cronoman, anche se a riuscirci sono solamente i fuoriclasse.
La prova viene svolta su pista, in un velodromo. L'obiettivo è quello di riuscire a pedalare per la maggiore distanza possibile nei 60 minuti a disposizione. Molti gli atleti che si sono cimentati in questa prova nel corso degli anni. Scorrendo l'albo d'oro si può notare che non solo i veri cronomen hanno voluto provare "l'Ora", ma anche scalatori veri o ciclisti anche meno adatti alle prove contro il tempo. Qualcuno ha provato anche sfruttando qualche "mezzo" futurista.
Per questo motivo il 9 Settembre 2000 l'Unione Ciclistica Internazionale (Uci) ha deciso di cambiare le regole: per record dell'ora si intende solo quello ottenuto con un mezzo ciclistico classico, negli altri casi si parlerà di migliore prestazione dell'ora.
La nuova regola ha efficacia retroattiv, saranno cancellati, così, tutte le prestazioni ottenute con i "nuovi" mezzi tecnologici, compresi i due stabiliti da Francesco Moser nel 1984.
Attualmente il record è detenuto dal ceco Ondrey Sosenka, che il 19 luglio 2005 a Mosca ha battuto quello stabilito cinque anni prima dall'inglese Chris Boardman, migliorandolo di oltre 250 metri. Il record è stato riconosciuto poiché, come previsto dal nuovo regolamento, è stata utilizzata una bicicletta tradizionale. Sosenka ha percorso 49,700 chilometri in sessanta minuti.

Di seguito tutti i record dell'ora riconosciuti dall'Uci:
11-05-1893 HENRI DESGRANGE (fra) km 35,325
31-10-1894 JULES DUBOIS (fra) km 38,220
30-07-1897 OSCAR VAN DEN EYNDE (bel) km 39,240
03-07-1898 WILLIE HAMILTON (usa) km 40,781
24-08-1905 LUCIEN PETIT BRETON (fra) km 41,110
20-06-1907 MARCEL BERTHET (fra) km 41,520
22-08-1912 OSCAR EGG (sui) km 42,122
20-09-1913 MARCEL BERTHET (fra) km 43,525
18-08-1914 OSCAR EGG (sui) km 44,247
25-08-1933 JAN VAN HOUT (lux) km 44,588
28-09-1933 MAURICE RICHARD (fra) km 44,777
31-10-1935 GIUSEPPE OLMO (ita) km 45,090
14-10-1936 MAURICE RICHARD (fra) km 45,325
29-09-1937 FRANCIANS SLAATS (lux) km 45,485
03-11-1937 MAURICE ARCHAMBAUD (fra) km 45,767
07-11-1942 FAUSTO COPPI (ita) km 45,798
29-06-1956 JACQUES ANQUETIL (fra) km 46,159
19-09-1956 ERCOLE BALDINI (ita) km 46,394
18-09-1957 ROGER RIVIERE (fra) km 46,923
23-09-1959 ROGER RIVIERE (fra) km 47,347
30-10-1967 FERDINAND BRACKE (bel) km 48,093
10-10-1968 OLE RITTER (dan) km 48,653
25-10-1972 EDDY MERCKX (bel) km 49,432
27-10-2000 CHRIS BOARDMAN (gbr) km 49,444
19-07-2005 ONDREY SOSENKA (cec) km 49,700

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domenica 5 aprile 2009

Doping: un fenomeno con radici lontane!


Nel nostro sito abbiamo voluto dedicare uno spazio specifico anche al fenomeno del doping. In basso troverete una apposita timeline multimediale dedicata a questo fenomeno. Eterna croce di questo sport amato ed odiati da tutti, il doping ha radici lontanissime, molti i ciclisti che sono caduti nella trappola di abusare sostanze o medicinali con lo scopo di aumentare artificialmente il proprio rendimento fisico e le proprie prestazioni.

Il termine “doping”, però, ha radici lontanissime, anche se il problema è più attuale che mai. Deriva dalla parola inglese “dope” che in principio indicava una mistura di vino e tè bevuta dagli schiavi americani per rimanere attivi e lavorare. Nella timeline aggiorneremo con il tempo tutti i casi noti e meno noti, dove il doping è stato protagonista. Una galleria multimediale con video, articoli web e foto per avere una visione più completa del fenomeno che colpisce ancora il ciclismo, anche se le varie associazioni dei ciclisti hanno da tempo dichiarato guerra a coloro che fanno uso di sostanze dopanti. I vari regolamenti prevedono che tutti gli atleti risultanti positivi alle analisi vengono squalificati per un periodo più o meno lungo; nei casi di recidività si può arrivare alla squalifica a vita. Per sottolineare l’importante e l’attualità di questo argomento anche il Comitato Olimpico Internazionale (CIO) ha istituito un'apposita agenzia, la Wada, che si occupa della lotta al doping. La sostanza che spesso viene trovata nel sangue degli atleti è il famigerato Epo o eritropoietina, un ormone prodotto negli esseri umani dai reni e in misura minore dal fegato e dal cervello. Questa sostanza consente di aumentare il livello di globuli rossi nel sangue (aumentando l’ematocrito e l’emoglobina) migliorando così lo scambio d'ossigeno ed aumentando la resistenza all'esercizio fisico, ma aumentando anche il rischio di trombosi. Lo sviluppo dell’Epo si ha dai primi anni 1990. Nel nostro Paese negli ultimi anni il doping è diventato un reato, sotto la fattispecie della frode sportiva. Tanti i ciclisti rimasti vittime dei vari scandali legati al doping, dalla morte di Simpson sul Mont Ventoux al “Cannibale” Eddy Merckx, dallo scandalo Festina al Tour del 98 all’esclusione di Pantani al Giro per l’ematrocrito fuori norma, sino ad arrivare ai vari processi legati all’”Operation Puerto” e a “Oil for drug”.


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Il giro dei 17 muri (Fiandre inside)


È scattata proprio in questi minuti in Belgio la 92’ edizione del Giro delle Fiandre (Ronde van Vlaanderen in lingua fiamminga). La gara è da sempre considerata una delle “classiche monumento” e apre tradizionalmente la stagione delle grandi corse del nord (vedi La Parigi-Roubaix, in programma il 12 aprile, e la Liegi-Bastogne-Liegi, che partirà domenica 26).

La prima edizione risale al 1913, per volere del giornalista sportivo Karel Van Wynendaele. 330 i chilometri e solo 37 i corridori che partecipano. La seconda edizione va in scena sei anni più tardi. Un’interruzione forzata a causa della prima guerra mondiale.
Gli elementi che caratterizzano questa corsa sono i cosiddetti “muri”, brevi tratti di salita con percentuali di pendenza molto elevate (si arriva fino al 22% del Koppenberg). I corridori dell’edizione 2009 ne affronteranno 17, in un percorso complessivo di 260 km. Chilometro più, chilometro meno.
I più famosi: il “vecchio Kwaremont” e il muro di Grammont (o “Muur van Geraardsbergen” in lingua fiamminga). Quest’ultimo, posizionato a circa 15 chilometri dall’arrivo, è spesso scenario degli attacchi decisivi.
Come se non bastassero le pendenze, i corridori dovranno far attenzione anche ai lunghi tratti in pavè (dove la foratura incombe sempre) e al maltempo che solitamente caratterizza la corsa belga.
Scorrendo l’albo d’oro, ci si rende subito conto come il “fattore campo” sia stato sempre determinante. Sono, infatti, ben 64 le vittorie belghe. Solo 10 quelle italiane; l’ultima conquistata nel 2007 da Alessandro Ballan (adesso campione del mondo). Piccola curiosità azzurra: Fiorenzo Magni si aggiudica tra il 1949 e il 1951 tre edizioni consecutive. Fino ad adesso è l’unico ad aver firmato una tripletta su queste strade.

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sabato 4 aprile 2009

Didì Senft, "El diablo"




Chi è appassionato di ciclismo non può non conoscerlo. È probabilmente il tifoso più famoso del mondo: Si chiama Dieter “Didì” Senft.
Se il nome non vi dice ancora nulla, prendete una qualsiasi tappa di montagna di Giro e/o Tour degli ultimi 16 anni.

Fatto?

Pensate a Pantani, ad Armstrong, a Indurain o perfino a Berzin. C’è un elemento che accomuna tutte le imprese degli eroi del ciclismo moderno.

Questo elemento è quel “diavolo” di Didì.

Classe 1952, Senft è nato Reichenwalde, una cittadina tedesca a metà strada tra Berlino e Francoforte. La sua passione per il ciclismo è anche la sua professione; è, infatti, artigiano e riparatore di biciclette (detiene tuttora il guinness dei primati per aver realizzato la due ruote più grande del mondo).

Sono i primi anni novanta quando Didì inizia a seguire sulla strada l’arrivo delle più importanti gare a tappe. Ma lui non si limita a incitare, a correre dietro i propri beniamini, a gridare il loro nome. Didì vuole viverla la gara e per farlo indossa una calzamaglia rossa, un mantello nero, due corna e impugna un forcone.

Si dice che il suo caratteristico costume da diavolo derivi dal nome dato all’ultimo chilometro di ogni tappa: il “triangolo rosso”. Altri reputano che l’ispirazione sia arrivata da Herbert Watterot, commentatore della televisione tedesca, solito chiamare l’ultimo tratto di una gara il “Red devil’s lap”. “Il giro del diavolo rosso” appunto.

Qualunque sia la genesi, Senft e il suo costume diventano un’istituzione. Dal 1993 diventa “El diablo”. Da allora, in Francia o in Italia, ma anche in Spagna e in Svizzera, non c’è salita che non registri la sua corsa e il suo salto “indemoniato”.

Due curiosità: Didì non usa sempre lo stesso costume e tanto meno lo stesso forcone. Cambiano i materiali ogni volta, attacca bandiere diverse o cambia colore. Altra cosa: negli ultimi anni è diventato sempre più personaggio mediatico. Lo testimonia lo spot che vi proponiamo qui di seguito...


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giovedì 2 aprile 2009

Quando la Bronzini è d'oro...


Giorgia Bronzini si copre d’oro sulla pista di Pruszkow ai Mondiali di Polonia. Dopo Vera Carrara l’Italia sale per la terza volta in cinque anni sul tetto del mondo nella corsa a punti. Giorgia è nata a Piacenza il 3 Agosto 1983, si è imposta con 18 punti, precedendo la cubana Yumari Gonzalez e l’inglese Elizabeth Armitstead.

La piacentina che veste i colori del team Titanedi-Frezza-Acca Due O, si è aggiudicata la gara grazie al penultimo sprint. L’atleta azzurra dedica la vittoria al ct Salvoldi e a tutto lo staff oltre ai suoi tifosi.

Grande stagione per la piacentina che oltre ad essersi aggiudicata l’oro in Polonia, quest’anno ha portato a casa la Coppa del mondo di specialità.

Giorgia Bronzini non è nuova a soddisfazioni azzurre è stata infatti bronzo ai Mondiali su strada a Stoccarda 2007.

Viene soprannominata la “Petacchi”in gonnella, perché è la miglior velocista azzurra.

La corsa a punti è una specialità del ciclismo. Si corre su una distanza prefissata, di solito un numero di giri multiplo di 10, e si effettua una volata ad intervallo fissato (usualmente al numero di giri che più si avvicina a due chilometri). Ad ogni passaggio si assegnano 5 punti al primo, al secondo 3, al terzo 2, al quarto 1 i punti si raddoppiano nella volata finale.

Tuttavia non sono sufficienti le doti di buon velocista, in quanto la corsa si corre sulla distanza ed inoltre al ciclista che "doppia" il gruppo guadagnando un giro di vantaggio vengono assegnati 20 punti. Non esiste la gara o gioco di squadra.

Curiosità su Giorgia Bronzini: l’atleta azzurra si è aggiudicata quest’anno la prima tappa del Giro del Qatar 2009, per la prima edizione al femminile organizzata dalla Aso. Successo storico in un paese dove la donna non è ancora emancipata

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