sabato 4 aprile 2009

Didì Senft, "El diablo"




Chi è appassionato di ciclismo non può non conoscerlo. È probabilmente il tifoso più famoso del mondo: Si chiama Dieter “Didì” Senft.
Se il nome non vi dice ancora nulla, prendete una qualsiasi tappa di montagna di Giro e/o Tour degli ultimi 16 anni.

Fatto?

Pensate a Pantani, ad Armstrong, a Indurain o perfino a Berzin. C’è un elemento che accomuna tutte le imprese degli eroi del ciclismo moderno.

Questo elemento è quel “diavolo” di Didì.

Classe 1952, Senft è nato Reichenwalde, una cittadina tedesca a metà strada tra Berlino e Francoforte. La sua passione per il ciclismo è anche la sua professione; è, infatti, artigiano e riparatore di biciclette (detiene tuttora il guinness dei primati per aver realizzato la due ruote più grande del mondo).

Sono i primi anni novanta quando Didì inizia a seguire sulla strada l’arrivo delle più importanti gare a tappe. Ma lui non si limita a incitare, a correre dietro i propri beniamini, a gridare il loro nome. Didì vuole viverla la gara e per farlo indossa una calzamaglia rossa, un mantello nero, due corna e impugna un forcone.

Si dice che il suo caratteristico costume da diavolo derivi dal nome dato all’ultimo chilometro di ogni tappa: il “triangolo rosso”. Altri reputano che l’ispirazione sia arrivata da Herbert Watterot, commentatore della televisione tedesca, solito chiamare l’ultimo tratto di una gara il “Red devil’s lap”. “Il giro del diavolo rosso” appunto.

Qualunque sia la genesi, Senft e il suo costume diventano un’istituzione. Dal 1993 diventa “El diablo”. Da allora, in Francia o in Italia, ma anche in Spagna e in Svizzera, non c’è salita che non registri la sua corsa e il suo salto “indemoniato”.

Due curiosità: Didì non usa sempre lo stesso costume e tanto meno lo stesso forcone. Cambiano i materiali ogni volta, attacca bandiere diverse o cambia colore. Altra cosa: negli ultimi anni è diventato sempre più personaggio mediatico. Lo testimonia lo spot che vi proponiamo qui di seguito...


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