lunedì 29 giugno 2009

Pippo Pozzato: uno spint tricolore!


IMOLA (Bologna), 28 giugno 2009 - Filippo Pozzato, 27 anni, è il nuovo campione italiano dei professionisti. Il vicentino ha battuto allo sprint Damiano Cunego e Luca Paolini nella cornice dell'autodromo "Enzo e Dino Ferrari" di Imola. Per il leader della Katyusha, già due volte secondo nel tricolore, si tratta di un dolce riscatto: chiusa al terzo posto l'edizione 2008, vinta da Simeoni, in questa stagione ha raccolto un secondo posto nella Parigi-Roubaix dietro Tom Boonen, solo piazzamenti al Giro d'Italia e due successi al Gp Harelbeke e una tappa alla Tre Giorni di La Panne. In carriera Pozzato ha conquistato anche una Milano-Sanremo, nel 2006.

LA CRONACA — Qualche chilometro dopo il via parte una prima fuga. Il gruppetto resta in avanscoperta per circa duecento chilometri dei quasi duecentosessanta previsti dalla gara. A poco meno di 50 chilometri dal traguardo il gruppo era di nuovo compatto sul tracciato imolese, che comprendeva un tratto in linea e un circuito di 15,3 chilometri da ripetere per ben undici volte. Ai meno 40 chilometri un gruppo di otto corridori guadagna una ventina di secondi su un gruppo che si va via assottigliando . Tra gli inseguitori il primo a rompere gli indugi è Vincenzo Nibali. Il siciliano parte ai meno 25 ma viene quasi subito ripreso. A pochi chilometri dall'arrivo ci sono sei corridori davanti e 11 all'inseguimento, ma a meno di due chilometri dal traguardo c'era il ricongiugimento. A questo punto via libera allo sprint che vede trionfare Pozzato, bravo a prepararsi la volata nonostante fosse senza squadra, su Cunego e Paolini.

I COMMENTI — "È stata molto dura - il primo commento del neo campione italiano -. Ringrazio tutte le persone che mi sono state vicine". Per lui i complimenti del c.t. Franco Ballerini: "Merita la maglia tricolore, che gli darà motivazioni in più per il prossimo Tour de France. È una vittoria che premia un ragazzo estremamente professionale". "I miei uomini hanno cercato di aiutarmi ma all'arrivo di oggi c'era gente più veloce di me" – è stato l’amaro commento di Damiano Cunego ai microfoni della Rai -. "E' l'ennesimo secondo posto che brucia un po' ". Già vicecampione del mondo lo scorso anno a Varese dietro ad Alessandro Ballan.

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Re Lance all'attacco: punto a vincere il mio ottavo Tour!


A meno di una settimana dalla partenza della novantaseiesima edizione del Tour de France, la corsa più importante al mondo, a parlare è Re Lance Armstrong, vincitore di sette Tour consecutivi dal 1999 al 2005. Quest’anno, dopo essere tornato alle gare dopo quasi tre anni di inattività punta dritto alla conquista di quello che potrebbe essere il suo ottavo Tour, impresa mai riuscita a nessuno. Tant’è vero che proprio il texano detiene il record del maggior numero di Tour vinti.
Il campione statunitense (che corre per la formazione kazaka dell'Astana) punta a vincere questa edizione, ma dice che accetterebbe anche di fare da gregario al suo compagno Alberto Contador, vincitore nel 2008, ed a caccia del secondo successo sulle strade francesi: "La situazione si capirà dopo pochi giorni - ha detto Armstrong alla tv francese -. In ogni caso, non avrò problemi a mettermi al servizio di Contador se si dimostrerà il più forte, perché questo fa parte del mio ruolo. Alberto è lo scalatore più forte del mondo ma a volte è troppo nervoso e irrequieto''.
Dopo la frattura della clavicola in Spagna, e il rientro record al Giro, Armstrong ha dovuto modificare completamente la sua preparazione. Per le strade italiane non ha brillato ma è riuscito comunque a conquistare un onorevole 12° posto. ''Ho fatto tutto per presentarmi al meglio al Tour - ha spiegato -. Non sono sicuro di vincere, come poteva essere in altre edizioni, l'approccio alla corsa non è lo stesso di quando ho vinto. Mi sento un po' come nel 2003, quando riuscii a precedere di poco Ullrich". La sua speranza è quella di ricevere dai tifosi francesi un'accoglienza non ostile. "Non chiedo che mi accolgano con petali di rosa, ma spero non mi gettino spine. Il doping? Finora ho subito 33 controlli, non so quanti corridori sono stati controllati come me"

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sabato 27 giugno 2009

Riccò nel 2010 correrà con la Flaminia


Riccardo Riccò ha scelto la squadra del ritorno. Nel pomeriggio di ieri a Bergamo ha firmato con la Ceramica Flaminia, la formazione laziale di seconda divisione, non appartenente al circuito internazionale del Pro Tour, diretta da Roberto Marrone, Giuseppe Petito e Omar Piscina. La Ceramica Flaminia, che ha sede a Civita Castellana (Viterbo), è il team del campione italiano Filippo Simeoni. Riccò ha firmato un contratto biennale, che scadrà nel 2011. Riccò, 25 anni, è ancora sotto squalifica per la positività al Cera (l’Epo di terza generazione) al Tour de France 2008. La squalifica scadrà il 18 marzo 2010.
Lo scalatore modenese, che a giorni diventerà padre di Alberto, ha messo così la prima pietra per poter tornare in sella e riconquistare tutti i suoi fan. Riparte dal basso, con umiltà. E si è affidato al preparatore emiliano Giovanni Camorani per stilare un programma di allenamento trasparente e credibile. "Sono molto soddisfatto della scelta fatta – ha detto Riccò -. Mi sto allenando da mesi, ho voglia di tornare a dimostrare quanto valgo".
La positività di Riccò, e successivamente quella del suo compagno di squadra Leonardo Piepoli, avevano travolto il Tour de France 2008. Riccò era stato cacciato dalla Grande Boucle il 17 luglio, dopo aver vinto due tappe, era nono in classifica e indossava le maglie a pois di miglior scalatore e bianca di miglior giovane. Licenziato dalla Saunier Duval, aveva trascorso una notte in stato di fermo, prima di rientrare in Italia. Il 30 luglio 2008 l'ammissione davanti alla Procura antidoping del Coni: "Ho preso Epo, sono pronto a pagare". La Procura aveva chiesto 20 mesi di stop, riconoscendo la "fattiva collaborazione" di Riccò, che aveva fatto il nome di Piepoli, il compagno pure trovato positivo e squalificato. Alla fine il Tribunale Nazionale Antidoping aveva deciso per 24 mesi. Il Tas (tribunale arbitrale dello sport) è poi "tornato" sulla richiesta del Coni, e ha abbonato al corridore 4 mesi di stop per la sua collaborazione.

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I numeri del Tour de France 2009

Meno 7 all'appuntamento ciclistico più importante del 2009: Le tour de France. Bienvenu monde!

Pronti, via. Si parte sabato 4 luglio da Monaco e l'arrivo,
come tradizione vuole, è 3 settimane più tardi, il 26 luglio, sugli Champs-Élysées di Parigi (da italiano non potete capire quanto invidio quella strada così maestosa da essere un perfetto arrivo per qualsiasi manifestazione sportiva e non).

Il Giro di Francia 2009 sconfinerà tre volte: la partenza è nel Principato di Monaco, poi si superano i Pirenei per arrivare in Spagna (fino a Barcel
lona) e poi si raggiunge la Svizzera alla ricerca delle Alpi.

Schematicamente il Tour 2009 si compone di 21 frazioni per 3.500 chilometri. 10 saranno le tappe di pianura, 7 quelle di montagna, una considerata "ètape accidentèe" (quindi con parte del tracciato sul pavèe) e 3 cronometro (2 individuali e una a squadre). Gli arrivi in salita saranno 3: Andorre Arcalis (il tappone pirenaico con partenza da Barcellona), Verbier (in Svizzera) e l'incredibile Mount Ventoux (da 300 a 1900 metri in 140 chilometri). In totale i ciclisti supereranno 20 gran premi della montagna (tra prima, seconda e terza categoria).

8 saranno le città che per la prima volta ospiteranno la grande boucle: Brignoles, Girona (Spagna), Issoudun, Martigny (Svizzera), Saint-Fargeau, Tonnerre, Vatan e Verbier (sempre nello stato elvetico).

Ad un primo sguardo il percorso sembra ricalcare quello tradizionale francese e pecca, come ogni edizione, di essere un po' monotono: Le tappe senza salita sono davvero di un piattume esasperante. C'è però da dire che, di tutta risposta, le frazioni che prevedono montagne daranno filo da torcere a chiunque.

In attesa di un'analisi più concreta delle tappe pubblichiamo la cartina ufficiale del Tour 2009 e il filmato di presentazione. Buona Visione e buon Tour !




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martedì 23 giugno 2009

CANTAGIRO: "Uomo in fuga"

Il brano "Uomo in fuga" è di Riccardo Maffoni, scritto prima della scomparsa di Marco Pantani. E' il brano che la Fondazione Marco Pantani Onlus ha scelto per rappresentare qualsiasi manifestazione ufficiale riconducibile al ciclista, come colonna sonora del sito ufficiale e per la promozione di ogni attività benefica della fondazione. A quest’ultima, inoltre, sono stati donati tutti i diritti della canzone.
Il video, girato di notte racconta l’intreccio di più percorsi: quello di un motociclista (in soggettiva) che vaga per la strada senza una meta precisa, Riccardo Maffoni dentro un locale, un personaggio che scrive qualcosa sull’asfalto e Marco Pantani che percorre le strade del video. Il tutto è pervaso da un senso di insoferenza e di difficoltà a comuicarla. Si preferisce scappare dalla realtà ma non senza lasciare un segno del proprio passaggio. Così un personaggio lascia una scia sulla scritta, Pantani ci lascia una grande emozione, mentre Maffoni racconta qualcosa inspiegabilmente legato al “Pirata”, ma mai pensato per lui.
C’è un momento molto intenso: sulla frase “Solo rimango,solo rimango, non mi sentite che piango”, Pantani taglia il traguardo storico del Tour de France ed entra nella leggenda.
La canzone è contenuta nell’Album “Storie di chi vince a metà” del 2004, dove tra le altre spiccano anche i brani “T’aspetterò” e “Viaggio libero”.

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giovedì 18 giugno 2009

Doping: sospeso Caucchioli, Hamilton squalifica di otto anni!


E’ ancora l’argomento doping a far parlare di se nel ciclismo. Due notizie importanti sono state diramate nei giorni scorsi, anche in vista della imminente partenza della 96esima edizione del Tour De France. Otto anni di squalifica sono stati inflitti a Tyler Hamilton. Una dura punizione che l'agenzia antidoping americana (USADA) ha inflitto al ciclista americano, che a 38 anni vede di fatto chiudersi la sua carriera. Già squalificato per due anni nel 2004 e coinvolto nell'Operacion Puerto, Hamilton era risultato positivo al Dhea in occasione di un controllo effettuato a febbraio. Medaglia d'oro olimpica nella cronometro di Atene 2004, l'americano aveva ammesso di aver fatto uso della sostanza, anche se non per migliorare le sue prestazioni ma per curare la depressione. "Una squalifica di otto anni per un corridore di 38 - ha spiegato il direttore generale dell'Usada Travis Tygart - è praticamente una squalifica a vita". Hamilton, comunque, lo scorso 17 aprile aveva già manifestato l'intenzione di ritirarsi. Altra notizia comunicata dall’Unione Ciclistica Internazionale l’avviamento delle procedure disciplinari per violazione delle norme antidoping sulla base delle informazioni fornite nel passaporto biologico di cinque corridori: Igor Astarloa Ascasibar, Ruben Lobato Elvira, Ricardo Serrano Gonzalez ed i nostri Pietro Caucchioli e Francesco De Bonis. A seguito di questa comunicazione la Lampre-NGC ha deciso di sospendere Caucchioli. "Dalla documentazione ricevuta, il valore che ha portato all'avviso di potenziale violazione del regolamento antidoping sarebbe relativo a un controllo del sangue effettuato nel settembre 2008 prima del Giro di Polonia, quando il corridore non militava ancora nella Lampre-NGC - ha spiegato il medico del team, dottor Guardascione - mentre per il 2009, anche considerando i dati in nostro possesso, non vi sono anomalie e il comportamento mantenuto dal corridore è stato sotto il profilo sanitario nella norma". In attesa di ulteriori comunicazioni da parte della Federazione Nazionale riguardanti eventuali procedimenti disciplinari, il team Lampre-NGC ha sospeso Caucchioli dall'attività agonistica in ottemperanza a quanto previsto dal contratto di lavoro e dai regolamenti interni della squadra.

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giovedì 11 giugno 2009

Bernhard Kohl da shock: "Ecco come si dopano i pro!"

Il corridore austriaco Bernhard Kohl, trovato positivo al Cera (l’Epo di nuova generazione) al Tour 2008 ed in seguito ritiratosi ha deciso di collaborare con la polizia. In una intervista al giornale francese L'Equipe svela i retroscena del suo rapporto col doping e di come certe pratiche siano all'ordine del giorno. Si chiamano “procedure professionali di dopaggio”, e le seguono solo i migliori corridori per vincere le grandi competizioni ciclistiche. "Ho corso il Tour 2007 – racconta - senza un vero protocollo di dopaggio. L'anno dopo ho deciso che meritavo il top del top. Il protocollo di doping per un Tour de France inizia subito dopo la conclusione di quello precedente: E’ la regola per ogni vero professionista – spiega Kohl -. Il Tour 2008 ho cominciato a prepararlo dal mese di agosto 2007. Ho fatto tutto molto seriamente. Ad agosto ho fatto il primo prelievo del sangue destinato a essere poi utilizzato nel Tour dell’anno dopo. Un secondo prelievo a novembre. Ogni volta un litro. Il mio sangue poi è stato preparato, separando globuli rossi dal plasma, etichettato e congelato”.Tutto ciò avveniva nel laboratorio Humanplasma in Austria, coinvolto nello scandalo dei Giochi olimpici invernali di Torino 2006. Scandalo che ha spinto il manager di Kohl, Stefan Matschiner, finito in carcere, a costituire un laboratorio fatto in casa: “Ho finanziato la mia parte con 20mila euro, altri atleti hanno fatto altrettanto. I macchinari sono arrivati agli inizi del 2007 e installati in un appartamento, il nostro quartier generale. Le trasfusioni le facevo 48 ore prima delle tappe cruciali. Ci vogliono due giorni per ottenere effetti tangibili. Non è difficile, basta non sbagliare etichette”. Il suo manager Matschiner, secondo quanto raccontato da Kohl acquistava anche i prodotti dopanti in cambio di una commissione del 10% sui guadagni del ciclista che per il Tour 2008 prepara quattro sacche del suo sangue. “Solo quelle, il resto ho lasciato perdere per via dei numerosi controlli aleatori. L’Epo, l’ormone della crescita e l’insulina li ho presi prima del Tour non durante. Sono riuscito a fare tre trasfusioni: la prima dopo la sesta tappa, la seconda prima dei Pirenei, l’ultima prima delle Alpi”. Come fare con i controlli della polizia nei vari hotel? “Si evitano, facendo sempre attenzione. Il mio manager ha fatto tre viaggi dall’Austria, mettendo ogni volta le sacche di sangue nel bagaglio registrato, già scongelato. Le trasfusioni si facevano tra le 18 e le 20, per massimo 20 minuti e non dare nell’occhio. Dipendeva dagli appuntamenti con i giornalisti. Se ero libero, Marschiner mi inviava un sms e andavo nella sua stanza”. Inefficienti i controlli dell’Uci: “La trasfusione di mezzo litro di sangue non crea variazioni sospette dei parametri sanguigni. Il mio manager mi iniettava anche dell’albumina per diluire l’ematocrito".
Il Tour 2008, è stato lo stesso che ha trovato positivo anche lo scalatore italiano Riccardo Riccò, Kohl lo ricorda così: ”Quando hanno scoperto Riccò mi sono detto che aveva sbagliato le dosi. Quando invece ho saputo che i controlli li avrebbero fatti anche dopo il Tour allora mi sono preoccupato. Ma mi sono detto che se beccavano me, beccavano tutti. Sono persuaso che i primi dieci del Tour avrebbero potuto essere tutti positivi. Ma hanno preso me, è andata così. Non ho chiesto un secondo test, la pagliacciata era finita”. L’Unione Ciclistica Internazionale ha proposto il passaporto biologico: “Aiuterebbe i corridori a restare vicini ai loro valori che gli sarebbero comunicati regolarmente dall’Uci”.
Kohl descrive l'ambiente ciclistico come "Una sorta di organizzazione sociale che fa in modo che questo genere di cosa siano accettate da tutti", ma scagiona in parte i dirigenti del suo ex team la Gerolsteiner: “Credo che il boss Hans Michael Holczer non sapesse nulla e nella squadra non c'era dopaggio sistematico, ma il dottore dubito che non avesse capito”. Intanto, in Francia, è appena uscito un nuovo libro che prende di mira Lance Armstrong che si appresta a tornare da protagonista al Tour. Eloquente il titolo: “Le Sale Tour”, lo sporco Tour (Ed. Seuil). Un libro che cerca di far luce sul sistema Armstrong e la strana alleanza con l’ex nemico, il gruppo Amaury che gestisce la Grande Boucle (ed è proprietario dell’Equipe) in nome delle nuove strategie nel mondo del marketing.

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mercoledì 10 giugno 2009

"La Corsa del secolo"

Sono passati cento anni dal 13 maggio 1909 quando, davanti all'albergo Loreto di Milano, 127 ciclisti partirono per il primo Giro d'Italia organizzato dal "La Gazzetta dello Sport". Cent'anni e novantadue Giri d’Italia nei quali il nostro Paese e il mondo intero sono profondamente cambiati. E di quei mutamenti nell'economia, nella politica, nella cultura, nella società e nel costume la corsa in rosa è stata specchio e testimone. Ecco perché raccontare la storia del Giro significa anche raccontare la storia dell'ultimo secolo del nostro Paese. Lo fanno in questo libro due studiosi che, partendo dalle fonti più disparate: canzoni, testi letterari, articoli di giornale, ricordi e testimonianze, raccontano i protagonisti dell'epopea del Giro e della storia italiana, da Alfredo Binda a Girardengo, da Giolitti a Mussolini, dai mitici Coppi e Bartali a Eddy Merckx e Gimondi, da De Gasperi e Togliatti a Moro e Berlinguer, fino a Moser, Saronni, Craxi, Berlusconi e Pantani. Ma soprattutto, mentre rendono omaggio a una corsa che compie un secolo, offrono una panoramica originale ed efficace del Novecento: dai cannoni di Bava Beccaris alla Prima guerra mondiale, dall'avvento del fascismo (ma anche di Gino Bartali) allo stop imposto dalla guerra, fino alla ripresa della corsa dopo la Liberazione, alla vicenda di Fausto Coppi e il suo amore per la Dama Bianca, agli anni del boom, a quelli di piombo, fino all'apertura di nuove frontiere per il ciclismo, con l'ultimo eroe, il discusso pirata Pantani. Un secolo che è andato davvero di corsa. Scritto da Paolo Colombo e Gioacchino Lanotte, della collana Oscar Mondadori costa 10,50 euro.

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martedì 9 giugno 2009

CANTAGIRO: "Le rose di Pantani"

Vi proponiamo una poesia di Gianni d'Elia cantata da Claudio Lolli che racconta la vita del pirata nei suoi momenti più belli, ma anche più drammatici e difficili. Una vera chicca che non può mancare nella memoria degli appassionatidi questo sport e nei fan di questo grande campione!
Buona visione!


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giovedì 4 giugno 2009

SuiPedali al Giro del Centenario

I ragazzi di "Sui Pedali" inviati speciali al Giro del Centenario. Vi proponiamo qualche scatto della 20 e 21 tappa con gl'arrivo ad Anagni (FR) e la crono di Roma che ha incoronato il russo Denis Menchov vincitore del Giro d'Italia, edizione numero 92.
Continuate a seguirci che ci aspettano numerose sorprese in vista della Gran Boucle!

Intanto non possiamo che augurarvi una buona visione!

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lunedì 1 giugno 2009

L'omaggio di Pupi Avati al Giro

L’OMAGGIO - Anche uno dei più grandi registi italiani Pupi Avati, ha voluto fare il suo personale omaggio al Giro d’Italia del Centenario: "Curva delle orfanelle" è il titolo del suo cortometraggio dedicato alla salita di San Luca. Il regista bolognese ha voluto raccontare attraverso questo corto il punto più impegnativo della salita che si trova vicino Bologna, che è stata protagonista nell’arrivo della 14° tappa vinta da Simon Gerrans, due giorni dopo che il russo Menchov era riuscito a strappare il primato in classifica a Di Luca.

IL CORTO - Guardando il filmato si nota che oltre ad omaggiare la storia del Giro e la sua città, il regista settantenne ha voluto rendere omaggio anche alla sua infanzia. Avati racconta di quando accompagnava la mamma Ines ogni venerdì, in pellegrinaggio, sul San Luca. Accompagnato dalla sua troupe, guidata da Stefano Salemme e Ivan Zuccon, Pupi Avati ha dedicato al Giro una giornata per riprendere la "Curva delle orfanelle" prima, durante e dopo la gara. Come sintesi di tutte le curve in salita che hanno fatto la leggenda rosa. Protagonista è la corsa della Gazzetta con la sua straripante umanità, con l’affetto che per 21 giorni, ancora una volta, ha fatto da sfondo e a volte da primo piano alla corsa.

Buona visione

http://video.gazzetta.it/?vxChannel=&vxClipId=2570_4458ff24-4d3a-11de-bbbc-00144f02aabc

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